Categoria ‘Indescrivibili’

MenteEssere scrutati da sguardi inquisitori e penetranti. Venire aggrediti da persone che si scagliano contro un muro trasparente a poca distanza da te. Sperimentare percezioni sensoriali improvvise e imprevedibili.
Parlare e non riconoscere le proprie parole perché immerse in delle cacofonie orrende. Guardarsi allo specchio e vedersi divergenti dalla realtà attesa. Farsi fotografare come un criminale per la foto segnaletica. Sentire delle voci lancinanti nel cranio. Non riuscire ad avere il controllo del proprio apparato locomotore. Leggi il resto »

Largo del Municipicognomeo, Padula (Salerno)
Il cognome di ognuno di noi delinea il panorama di un passato vario, imprevedibile e pieno di suggestioni.

Il mio cognome, Sors, è molto evocativo latinamente parlando: significa fato, destino, fortuna. E’ stato tradotto in latino durante il ventennio fascista? Possible, probabile. Deriva forse da un compositore spagnolo dell’800, tale Fernando Sor o Sors? Può darsi. E tutti gli altri Sors che ho radunato creando un gruppo su Facebook hanno una radice comune? Provengono da Francia, Messico, Canada, Ungheria e altri paesi sul globo.

Al Museo del cognome di Padula Possiamo apprendere come fare una ricerca sulla nostra famiglia, dove cercare, che tipi di strumenti adottare per avere risultati attendibili. Ci viene spiegato anche la storia del cognome, la sua nascita, l’evoluzione negli anni sia nell’ambito nazionale che in quello mondiale. Preparatevi a disseminare il vostro albero geneaologico! Grosse sorprese vi aspettano. Chissà non vi imbattiate in un avo illustre o in qualche seme cattivo.

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museo bottoneVia della Costa 11, Santarcangelo di Romagna (Rimini)
Qualche anno fa l’album “Push the button” dei Chemical Brothers infuocava le dancefloor di mezzo mondo, incluse quelle sovraffollate di Rimini. Nello stesso periodo lì vicino, a Santarcangelo di Romagna, Giorgio Gallavotti premeva i suoi bottoni da collezione per inserirli nell’ennesima cornice che compone il suo museo. Erede della merceria di famiglia, Giorgio ha raccolto i fondi di magazzino accumulatisi nel corso dei decenni e poi ha chiesto esemplari alle principali aziende italiane, ben liete di partecipare. Oltre a un ampio insieme di bottoni da fine ‘800 ad oggi, c’è una sezione dedicata alle materie prime di produzione e all’evoluzione del processo industriale nell’ultimo secolo, e anche una che presenta delle curiosità: sapevate ad esempio che durante la guerra civile americana sia i sudisti che i nordisti avevano dei bottoni cuciti sul retro della giacca per evitare che mentre riposavano stessero troppo comodi cadendo in sonni profondi? Leggi il resto »

museo calzaturaVia Alessandro Volta, Vigevano (Pavia)
I passi leggiadri di Beatrice d’Este. I passi scherzosi di una maschera veneziana del ‘700. I passi avanguardisti di un futurista. I passi totalitari di Mussolini. I passi beati di Giovanni XXIII. Tutti questi passi sono stati accompagnati da calzature ora esposte nel museo della calzatura di Vigevano, cittadina che fino agli anni ’60 è stata la capitale italiana del settore. Nelle sale del suggestivo castello sforzesco sono ospitate 200 paia di scarpe e, oltre al percorso storico, è possibile dedicarsi a quello geografico, che propone babbucce indiane e persiane, sandali di tribù nigeriane, mocassini cheyenne, stivali esquimesi. Presente anche una sezione d’autore con firme come Pfister, Gucci, Marc Jacobs, Manolo Blahnik, René Caovilla e Elsa Schiaparelli (che ha confezionato una “scarpa-cappello” disegnata da Salvador Dalì per la moglie).
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Museo della pipaViale Trento 29, Fermo
“Ma dove siamo?” chiede Watson. “Elementare, Watson: al museo della pipa, il mio preferito of course” risponde Sherlock Holmes. L’oggetto che stimola la concentrazione del famoso investigatore, nato nella gialla mente di sir Arthur Conan Doyle, da alcuni anni ha un luogo che lo celebra. Pipe di qualsiasi origine, materiale e foggia: marchigiane, venete, tirolesi , tedesche, francesi, precolombiane del Messico e centro America; in porcellana, in filigrana argentata, in schiuma di mare; dipinte, incise o scolpite a mano. C’è anche una sezione con pipe possedute da personaggi celebri quali ad esempio Sandro Pertini, Sandro Curzi e Vittorio Feltri. Leggi il resto »

museo della campanaVia d’Onofrio 14, Agnone (Isernia)
Per chi suona la campana? Una volta suonava per tutti, svolgendo la preziosa funzione di regolare i ritmi sociali e di scandire i bioritmi individuali. Con l’affinarsi della tecnica il progresso ha allacciato sul polso di tutti l’orologio e il tempo è passato da una dimensione condivisa a una “egoistica”. Per tornare indietro nel tempo visita questo museo, che sorge vicino alla Fonderia Pontificia ‘Marinelli’, la più antica fabbrica di campane del mondo. Contiene una ricca raccolta di campane che vanno dal XIV secolo in poi, fra le quali quella campana del Santuario di Lourdes, quella commemorativa del centenario dell’Unità d’Italia e quella dei quattro Papi (da Giovanni XXIII a Papa Wojtyla). Leggi il resto »

museo della plasticaVia Marconi 30, Pont Canavese (Torino)
Il chimico Paul John Flory ha definito la plastica “il materiale che la natura aveva dimenticato di creare”. Nel 1907 il chimico belga-americano Leo Baekeland inventò la bachelite, ovviando a questa mancanza. Approfitta di questo museo per capire l’essenza di un materiale relativamente giovane che ormai ha una rilevanza fondamentale nella tua vita quotidiana. Una rassegna completa di oggetti in PVC, celluloide, bachelite, fòrmica, nylon, plexiglass ti racconterà l’evoluzione dei materiali plastici dalla loro invenzione a oggi. Leggi il resto »

spazzacaminoPiazza Risorgimento, S. Maria Maggiore (Verbano Cusio Ossola)
Il fenomeno dei “piccoli rusca”, i bambini spazzacamino, coinvolse nei decenni fra il ‘800 e ‘900 la maggioranza delle famiglie di questa zona, obbligate ad “affittare” uno dei loro figli a vecchi spazzacamini che giravano di casa in casa ad arruolarli. Quella dei piccoli rusca lontano da casa era una vita di fatica, privazioni e sofferenza: spesso i padroni li costringevano a digiunare per impedire che si irrobustissero, con il rischio di non entrare più nei camini. Il Museo ospita fotografie, pubblicazioni e testimonianze varie sulla dura vita di questa figura del passato e gli attrezzi che venivano utilizzati: la raspa, lo scopino, il riccio, la squareta, la caparuza, il sacco. Leggi il resto »

tabaccoCarpanè di San Nazario (Vicenza)
Coltivare il tabacco per la gente della Valbrenta ha significato fatica, sacrificio, speranze e, a volte, disperazione. Per questo motivo la Comunità montana dei Brenta ha allestito un museo dedicato alla quasi unica fonte di sostentamento della zona. Nel museo sono collocati i vari attrezzi impiegati per la coltivazione ed è ricostruito un tipico ambiente per la cura e la lavorazione. Sono presentati inoltre dei manifesti e delle lettere che documentano la particolare attenzione che i vari governi dedicarono questa coltura “strategica”. Ci sono inoltre degli acquerelli del pittore Ettore Lazzarotto che ricostruiscono con fedeltà storica le varie fasi della coltivazione. Leggi il resto »

zampognaPiazza Martiri di Scapoli, Scapoli (Isernia)
Sapevi che il nome zampogna deriva probabilmente dal greco symphonia (= il suonare insieme di toni)? Se vuoi altre informazioni su tale affascinante strumento, qui potrai ammirare tante zampogne da ogni parte del mondo e di ogni epoca, trovare una vasta documentazione iconografica e letteraria, oltre a foto d’epoca e la riproduzione di un’antica bottega artigiana.
Ci sono anche una sala acustica per ascoltare il suono melodioso della zampogna, e una video per assistere a filmati sul mondo della zampogna. Leggi il resto »



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