Museo del paracarro

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paracarrpHai mai pensato all’intrinseca dignità del paracarro? Se la risposta è no, stai tranquilla. Probabilmente l’unico italiano ad aver dedicato attenzioni fuori dalla norma agli elementi in pietra che delimitano la carreggiata è Dario Pegoretti, il pensionato ideatore di questo museo.
Nel corso della sua vita Dario, avendo lavorando per 36 anni come responsabile dell’illuminazione delle strade provinciali di Trento e avendo gareggiato per 39 anni come ciclista, ha incrociato un sacco di paracarri. La scintilla però è scoccata il giorno in cui ha visto in un cantiere dozzine di paracarri che erano stati rimossi perché ormai desueti. Da qui l’intuizione: costituire un museo dedicato a questo elemento poco slanciato della sede stradale. Molte delle 100 colonnine pietrose esposte provengono da salite storiche del giro d’Italia (Stelvio, Tonale, Rolle, Fedaia, Pordoi), quindi Dario le ha abbinate ai nomi di grandi campioni del ciclismo che si sono distinti in quelle tappe: Coppi, Bartali, Girardengo, Moser, Merckx, Gimondi, Pantani.

Il museo, dedicato “a tutte le persone che hanno faticato sulle strade”, ha anche un succoso extra: è presente infatti un cippo antico della passeggiata che Sigmund Freud soleva fare quando era in vacanza a Caldonazzo.

Informazioni pratiche

 

Indirizzo:
Località Pintarei, 75, 38050 Sant’Orsola TN

Web:
Vai al sito

 

 

http://www.valledeimocheni.it/museo-del-paracarro

 

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